Recensione di Fausto Raschiatore (Febbraio 2006) www.fotologie.it
” Riflessioni intime, profonde, queste “Soglie visive” di Stefano Bernardoni, metafore di “momenti” diversi, astratti e concreti, reali ed irreali. Descrizioni di un presente indefinito e “prospettive” di un futuro da disegnare. Momenti fortemente intimistici. Soglia come limite, come valore, oppure come inizio, fine. Chissà! … Immagini costruite dalla sensibilità dell’autore, il quale osserva, interpreta e traduce “l’interno” del paesaggio, nelle sue diversi articolazioni, descrittive e concettuali, nell’ambito di un complesso e personale itinerario di una ricerca introspettiva. Un contesto di studio, quello indagato da Bernardoni, nel quale dominano la solitudine, il silenzio e gli elementi presenti – oggettivi e soggettivi – sono sfumati, precari, indefiniti, al limite della percezione visiva, collocati in un gioco dinamico di rimandi mnemonici e schematizzazioni progettuali. L’autore lombardo costruisce una tessitura di sensazioni, quasi una tavolozza di presentimenti evocativi, nella quale i diversi elementi che la compongono sono tra loro armonicamente coniugati, e nello stesso tempo, elabora un processo singolare di individuazione di piani emotivi carichi di simboli, segni, luci, ombre. Forse un diario, o gli appunti per un racconto! Trame diverse, per forme e dimensioni, misteriose, per contenuti e significati: frammenti di poesia iconica confluiti in una fusione equilibrata nati da una intensa partecipazione emotiva e da una profonda elaborazione meditativa, su luoghi, spazi, tempi, momenti di vissuto, eventi, passati e presenti, marginali e importanti. In questo lavoro, a forte connotazione sperimentale, lo strumento fotografico, che l’autore dimostra di conoscere bene e di saperlo gestire con abilità narrativa, si pone, in stretta correlazione tra l’io di Stefano Bernardoni e il reale-quotidiano, nelle sue infinite dimensioni. E’ il collegamento su cui poggia l’analisi. Il medium fotografico coniuga cioè – pur situato in una situazione di precaria equidistanza – la progettualità propria di ogni punto di vista, in tutte le sue variabili, con le pulsioni dell’autore, per approdare alla sintesi prospettica di una osservazione plurale e significante. Appunto alle “Soglie visive”, contenitore di segreti, di memorie, appunti dell’anima.”
Fausto Raschiatore
Critico fotografico